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    【Prima parte】Ho seguito a Roma la registrazione della “cucina italiana” come patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO.

    (Foto e testo: Fusako Sakurai)


    【Roma, 10 dicembre 2025】

    Finalmente, la cucina italiana è stata iscritta nella Lista del Patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO.

    Il Colosseo di Roma (foto dell’autrice, scattata il 10 dicembre 2025) Qui si terrà in seguito la cerimonia.
    Il Colosseo di Roma (foto dell’autrice, scattata il 10 dicembre 2025) Qui si terrà in seguito la cerimonia.

    【Sintesi】


    Le ragioni principali di questa iscrizione sono essenzialmente tre:


    La cucina italiana è una “cucina dell’amore”.


    Trasmette memoria, attenzione verso gli altri, legami umani e identità, raccontando attraverso il cibo le storie delle famiglie e delle comunità locali.


    Riflette il legame tra il paesaggio naturale e le comunità, incarnando la memoria locale, la vita quotidiana e la cultura.


    Questi tre punti rappresentano i nuovi valori riconosciuti alla cucina italiana e le motivazioni che hanno portato alla sua iscrizione.


    Su richiesta dell’Ufficio per la Promozione del Commercio dell’Ambasciata d’Italia (ICE-Agenzia), l’autrice si è recata con urgenza a Roma per seguire l’annuncio del 10 dicembre e gli eventi correlati. Di seguito, il reportage dal posto.



    【Notizia urgente】

    La prima notizia è arrivata intorno alle ore 13 del 10 dicembre. La chat di gruppo dei giornalisti, provenienti da tutto il mondo e riuniti a Roma, me compreso, si è improvvisamente animata. Volavano messaggi di “congratulazioni”. A rompere il ghiaccio è stata una giornalista thailandese, che ha detto di averlo appreso da un notiziario dell’ultima ora trasmesso dalla TV dell’hotel.


    Io, durante il tempo di attesa diurno, stavo consultando antichi documenti agricoli presso la Biblioteca Casanatense, una biblioteca storica con secoli di storia situata alle spalle di uno degli enti responsabili di questo progetto, il Ministero della Cultura italiano. Quando ho saputo che la decisione era finalmente stata presa, ho provato un profondo senso di emozione: il solo fatto di trovarmi a Roma in quel momento era per me un onore, e sentivo intensamente di stare assistendo a un momento storico. Ho quindi interrotto il lavoro in anticipo e sono tornato in hotel.


    Il “tesoro del sapere”, la Biblioteca Casanatense, gestita dal Ministero della Cultura italiano. Fondata nel 1701, conserva circa 560.000 volumi.
    Il “tesoro del sapere”, la Biblioteca Casanatense, gestita dal Ministero della Cultura italiano. Fondata nel 1701, conserva circa 560.000 volumi.

    【Percorso verso l’iscrizione】


    Il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF), ente responsabile del progetto, ha portato avanti questa campagna per ben tre anni a partire dal 2023. Ad esempio, alcuni ricorderanno la promozione della cucina italiana realizzata attraverso il tour mondiale (2023–2025) della nave Amerigo Vespucci, che ha fatto scalo anche in Giappone nel 2024. È così che la pazienza e l’impegno triennale di molti soggetti coinvolti hanno finalmente dato i loro frutti.

    Comunità promotrici e partner : Accademia Italiana di Cucina (1953), Fondazione Casa Artusi (2007), Rivista La Cucina Italiana (1929).


    Ma che cos’è, in primo luogo, il Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO? Secondo i materiali del MASAF, esso «indica l’insieme delle pratiche, espressioni, rappresentazioni, conoscenze e competenze che le comunità riconoscono come parte del proprio patrimonio culturale. Non si tratta di un patrimonio materiale, bensì di una “tradizione vivente” tramandata di generazione in generazione».


    A titolo di confronto, quando la cucina giapponese (washoku) è stata iscritta nel dicembre 2013, tra le parole chiave che caratterizzano la cultura alimentare del Giappone fu individuato il “rispetto per la natura”. In particolare, elementi quali «l’uso di ingredienti diversi e freschi e il rispetto delle loro caratteristiche naturali», «una dieta sana con un eccellente equilibrio nutrizionale» e «l’espressione della bellezza della natura e del mutare delle stagioni» furono riconosciuti come tratti distintivi di “Washoku: la cultura alimentare tradizionale dei giapponesi” (documento del Ministero giapponese dell’Agricoltura: Sull’iscrizione della cultura alimentare giapponese nel Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO).


    In altre parole, senza individuare un “valore nuovo e unico”, l’iscrizione nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO non è possibile. Quali caratteristiche, dunque, sono state riconosciute questa volta alla cucina italiana?


    【Parole chiave: “condivisione del pasto” e “festività”】

    I nuovi valori e significati attribuiti alla cucina italiana sembrano risiedere nella “condivisione del cibo” (in italiano/in ratino "convivium") e nella “festività” (festa).


    Ministro Francesco Lollobrigida                            (Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste)
    Ministro Francesco Lollobrigida  (Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste)

     

    Il ministro Francesco Lollobrigida, alla guida del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, afferma che «la cucina italiana non è una semplice somma di tradizioni locali». Secondo Lollobrigida,


    "La Cucina Italiana è Patrimonio dell'Umanità. Oggi l'Italia ha vinto ed è una festa che appartiene a tutti perché parla delle nostre radici, della nostra creatività e della nostra capacità di trasformare la tradizione in valore universale".


    "Questo riconoscimento celebra la forza della nostra cultura che è identità nazionale, orgoglio e visione."


    " La Cucina Italiana è il racconto di tutti noi, di un popolo che ha custodito i propri saperi e li ha trasformati in eccellenza, generazione dopo generazione"


    "È la festa delle famiglie che tramandano sapori antichi, degli agricoltori che custodiscono la terra, dei produttori che lavorano con passione, dei ristoratori che portano nel mondo il valore autentico dell'Italia. A loro e a chi ha lavorato con dedizione a questa candidatura va il mio più profondo ringraziamento". 


    Così si esprime il ministro. Per l’autore, questo concetto è estremamente interessante. L’idea che le tradizioni dei singoli territori, considerate nel loro insieme, generino un valore universale, è qualcosa che vale anche per il vino italiano, la cui storia l’autore sta studiando.


    A costo di essere fraintesi, si potrebbe dire che non esistono come oggetti materiali una “cucina italiana” o un “vino italiano” in quanto tali; ciò che esiste con certezza è invece un valore complessivo, un’idea, che incarna l’essenza stessa dell’Italia. Questo concetto può essere ricondotto, ancora una volta, ai tre punti riassunti dall’autore all’inizio.


    1. La cucina italiana è una “cucina dell’amore”.

    2. Trasmette memoria, cura, legami umani e identità, raccontando – attraverso il cibo – le storie delle famiglie e delle comunità locali.

    3. Riflette il legame tra paesaggio naturale e comunità, incarnando la memoria, la vita quotidiana e la cultura dei territori.


    Tutti questi elementi rappresentano l’“italianità” e sono probabilmente quelli con cui noi giapponesi sentiamo la maggiore affinità. Questo perché anche la nostra alimentazione, un tempo, era ricca di tali valori; tuttavia, in Giappone, come suggerisce il termine koshoku (“mangiare da soli”), i legami familiari e comunitari costruiti attraverso il cibo si stanno purtroppo perdendo rapidamente.


    Il fatto che l’Italia abbia sempre custodito con cura questi valori è stato riconosciuto a livello mondiale. È per questo che la recente iscrizione della cucina italiana nel Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO riveste un significato così importante.


    (Continua nella parte centrale)


     
     
     

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